Uno dei concetti fondamentali della schema therapy è quello di schema disfunzionale precoce: una visione di sé e dell’altro che, nonostante il variare dei contesti e delle sfere specifiche di funzionamento, risulta persistente e pervasiva nel corso della vita di ogni individuo, che la considera verità assoluta ed indiscutibile e che, proprio per questo motivo, compromette in modo significativo la qualità della vita e delle relazioni, venendo a costituire un vera e propria trappola mentale. Gli schemi disfunzionali precoci si sviluppano a seguito di esperienze negative vissute nel corso dell’infanzia nell’ambito della relazione con la figura di attaccamento più rilevante (generalmente i genitori) e si attiva poi nell’età adulta quando si vivono esperienze percepite simili alle situazioni da cui si è originato.
L’essere umano nasce sperimentando una serie di bisogni emotivi di base, innati ed universali.
La mancata soddisfazione di tali bisogni genera gli schemi disfunzionali.
In risposta allo schema disfunzionale, le persone sviluppano precocemente varie e diverse modalità di comportamento, definite stili di coping disfunzionali.
L’obiettivo della schema therapy è la soddisfazione in modo adattivo dei bisogni emotivi di base attraverso la modificazione degli schemi e degli stili di coping disfunzionali.
Il processo di modificazione degli schemi disfunzionali si rivela piuttosto arduo e richiede tempo.
Dal momento che gli schemi rappresentano visioni e convinzioni su di sé e sul mondo che sono state apprese precocemente e mantenute stabili ed invariate nel corso dell’arco della vita, forniscono al paziente un senso di sicurezza, identità e prevedibilità. In questo senso, abbandonare uno schema può essere vissuto come rinuncia a sapere chi siamo e come è il mondo esterno, generando disorientamento e resistenza al cambiamento.
