L’esigenza di raggiungere il peso forma e di avere un fisico gradevole è una esigenza comprensibile e lecita; così come il progetto di dimagrire, che viene solitamente realizzato con la dieta alimentare e, in alcuni casi, con un regolare esercizio fisico.
E tutto questo è estremamente corretto.
Succede, però, che spesso il traguardo del dimagrimento si allontana dopo un entusiasmo iniziale, in quanto si incontrano difficoltà nell’iniziare, nel proseguire oppure non si riesce a mantenere a lungo i risultati faticosamente raggiunti e si rinuncia.
Questo inevitabilmente genera un conflitto profondo dentro di noi: una parte che vuole dimagrire, mentre l’altra desidera gratificarsi con il cibo.
La risoluzione di tale conflitto, per quanto si possa essere tenaci e determinati, non dipende solo dalla forza di volontà.
Quali meccanismi possiamo attivare per raggiungere l’obiettivo di dimagrire?
Imparare a distinguere l’origine e la natura della propria fame può costituire la base di un processo di cambiamento nelle proprie abitudini alimentari, in quanto consente a chi incontra difficoltà nel gestire la propria fame di affrontarla in modo adeguato, abbandonando la frustrazione per una dieta inutile.
Per chi manifesta questo tipo di disagio, potrebbe essere utile imparare ad affrontarlo da un punto di vista differente, pensando al cibo non solo come a un nutrimento per il corpo, ma anche per l’anima.
In questo senso, scegliere di iniziare un percorso psicoterapeutico può aiutare a ristabilire la corretta lettura dei propri bisogni: solo se si riesce a capire cosa c’è dietro la fame (ansia, tristezza, rabbia,, noia, solitudine) e solo se si riesce a svincolare il cibo da una valenza fortemente emotiva, si può rinunciare a mangiare quando non è necessario e soddisfare il bisogno emotivo sottostante con modalità adeguate.
La difficoltà nell’intraprendere una dieta o nel perseverare in uno stile alimentare sano ed equilibrato è strettamente legata ad un rapporto malsano che si stabilisce con il cibo, che viene utilizzato per risolvere frustrazioni, insoddisfazioni, disagi e malesseri emotivi di varia natura.
Nel rapporto che ciascuno di noi stabilisce con il cibo, sono implicati fattori emotivo-affettivi, in cui il cibo viene utilizzato come: modalità privilegiata per tamponare le angosce legate a cause di vario tipo (relazioni insoddisfacenti, problemi di lavoro, ansia per i figli, periodi di sovraccarico di impegni, preoccupazioni per la salute di qualcuno a noi vicino, lutti, ecc); sostitutivo di altri “cibi” di cui si ha bisogno (amore, riconoscimento, divertimento, realizzazione ecc..); espressione di un disagio che non si riesce ad identificare o a comunicare all’esterno per paura o vergogna; spia di un trauma, che può anche essere di vecchia data, addirittura dimenticato perché risalente ai primi anni di vita; segnale didisturbo legato all’autostima.
In questi casi, un efficace lavoro di psicoterapia dovrebbe essere in grado di aiutare la persona a sciogliere quelle conflittualità irrisolte e quegli atteggiamenti e comportamenti che hanno portato all’abuso alimentare (obesità psicogena o bulimia), al suo contrario (anoressia e vomiting) o ad altre sfumature patologiche che oscillano tra l’una e l’altra di queste patologie.
Essere in grado di capire se si mangia per fame o per soddisfare un’emozione è il primo passo verso la guarigione. Per far questo, è necessario maturare la consapevolezza del proprio rapporto con il cibo e con le emozioni.
Per raggiungere l’equilibrio tra la nostra mente e il nostro corpo è necessario imparare ad ascoltarci, imparare a riconoscere i nostri stati interni, ascoltare e conoscere il nostro corpo, prendere contatto con le nostre emozioni ed i nostri bisogni; è importante imparare a conoscere le convinzioni negative che non ci permettono di essere felici ed in armonia con noi stessi.
Esplorare il nostro mondo interiore è un vero e proprio allenamento, che va eseguito in maniera costante e tenace.
Conoscere noi stessi, gli alimenti ed il loro effetto su di noi ci porta ad essere liberi di scegliere in base ai nostri bisogni reali: se portiamo equilibrio e chiarezza nella nostra mente, anche le nostre scelte alimentari si modificheranno, in quanto saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi inconsci.